sabato 14 febbraio 2009

Matematica Con Delitto


dal 12 Febbraio 09 al 22 Febbraio 09


Testo di Riccardo Mini
Regia di Valentina Colorni

con Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini, Marco Pezza, Vladimir Todisco Grande


NUOVO TEATRO OSCAR - via Lattanzio, 58 - MI

Colore testo
DURATA: complessivamente 2 ore ( pausa tra i due atti compresa)



In unica serata due importanti teorie matematiche si fronteggiano. Due diversi modelli matematici della realtà, la Teoria dei Grafi e la Teoria dei Giochi, rivelate con differenti linguaggi teatrali, svelano i loro segreti.
Due spettacoli, IL DILEMMA DEL PRIOGIONIERO e I 7 PONTI, uno tragico e l’altro comico, entrambi gialli, per accorgersi con divertimento e suspense che la matematica ci accompagna nella vita di tutti i giorni.

RECENSIONE MATEMATICA CON DELITTO a cura di VALENTINA

Arte e scienza sono davvero entità incompatibili? Questa la provocazione che lancia TIEFFE TEATRO Stabile d’Innovazione con lo spettacolo “Matematica con delitto” di Riccardo Mini, diretto da Valentina Colorni, in scena al Teatro Oscar di Milano dal 12 al 22 febbraio. Due atti unici, entrambi dei gialli che, l’uno con il linguaggio proprio del teatro tragico, l’altro con quello comico, intendono dimostrare come due famose teorie matematiche, la teoria dei Giochi e la Teoria dei Grafi, nelle loro applicazioni chiamate rispettivamente ‘Il dilemma del prigioniero’ e ‘I 7 ponti’, trovino esempi concreti nella vita quotidiana, facendo della scienza esatta e spesso ostile per eccellenza, materia accessibile a tutti. In “Il dilemma del prigioniero”, attraverso due piani temporali che si alternano continuamente, si raccontano l’antefatto e le conseguenze di un omicidio. Sulla scena, un lunghissimo flashback ci presenta Ludovico ed Emma, due coniugi che decidono di prendersi una vacanza per riprendersi dalla morte del figlio. Il loro soggiorno si trasforma però ben presto in tragedia: Vico intende minare la stabilità psicologica della moglie spargendo per casa oggetti appartenuti al figlio e quando l’equilibrio della moglie comincia a vacillare, finge invece di mantenersi lucido e di farla ragionare sull’assurdità della presenza di un fantasma in casa. Mette quindi in pratica delle vere e proprie strategie di gioco: del resto qualsiasi spettacolo teatrale può essere interpretato come un gioco di cui gli attori sono gli spietati concorrenti. A sottolineare come in questa sadica situazione sia il marito a ricoprire il ruolo del carnefice ed Emma quello della sua povera e pazza vittima, la regista sceglie di far entrare ed uscire dal perimetro della casa solo Vico e di rendere la moglie prigioniera della sua stessa casa. L’altra dimensione temporale è individuata da quattro pannelli che circondano in alto la scena e su cui vengono proiettati gli interrogatori a due personaggi sospettati dell’assassinio di Emma: uno è Vico. E’ qui che vediamo la rappresentazione della Teoria dei Giochi, divenuta la scienza del prendere decisioni in un ambiente competitivo. I due indagati, in realtà complici, devono decidere se tradire il compagno e uscire prima di prigione, oppure difenderlo, rischiando di essere a propria volta traditi e vedere aumentata la pena. La teoria dimostra che nonostante sia razionale accordare la fiducia agli altri, la tentazione di affidarsi al guadagno immediato (in questo caso, accusando l’altro, una diminuzione della pena), prevale. A rendere la vicenda ancor più gotica, il fatto che i due indagati sono in realtà il lato razionale e quello passionale della stessa persona, che si accusano reciprocamente. Ruolo di rilievo ha anche la musica usata nello spettacolo, il “Quartetto del dilemma”, composta da Maurizio Pisati: quattro elementi sonori rielaborati elettronicamente – telefono, radio, tempesta, rumori in soffitta – inizialmente legati al contesto teatrale, acquistano man mano una propria indipendenza scenica andando a disegnare, a livello musicale, le diverse declinazioni della Teoria, in un quartetto di continui intrecci, a volte armonici, altre in netto disaccordo. Karl Kant, un apparentemente improbabile e buffo investigatore, è il protagonista invece de “I sette ponti”. Utilizzando la Teoria dei Grafi riuscirà a risolvere due casi, in realtà collegati. Ma cos’è un grafo? In matematica è un insieme di nodi e archi dove gli archi rappresentano i legami tra i nodi. Nella vita di tutti i giorni, siamo circondati da grafi: la linea della metropolitana ad esempio, l’arco che segna il legame tra le varie fermate, o la rete internet, dove i nodi sono gli indirizzi dei siti e i link i collegamenti tra loro. Se la matematica classica ha l’obbiettivo di dimostrare l’esistenza di una soluzione precisa, spesso unica, ad un problema (sì o no), tutta la matematica applicata, da sempre, cerca la soluzione ottimale, quella più semplice e veloce. Kant astraendo la realtà, userà un grafo per dimostrare come sia impossibile attraversare i 7 ponti della sua città, Koenigsberg, in un unico tragitto, senza passare due volte dallo stesso punto. Così non solo sventerà una rapina, ma scoprirà anche la colpevole dell’omicidio di un vecchio aristocratico, Doren, un’arrampicatrice sociale un tempo sua amante. Alla base di questa teoria sta un’astrazione, la capacità di osservare la realtà privandola dei dettegli superflui e semplificandola. Chi ha letto “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, ne ha già avuto la dimostrazione, anche se in quel caso protagonista era un bambino autistico ed era la sua malattia a fargli vedere la realtà in modo semplificato ma a renderlo anche un genio in logica e matematica. Allo stesso modo qui Karl, investigatore un po’ bambino che nessuno prende sul serio, trova il colpevole proprio perché vede le cose in modo diverso. Nel disegnare i suoi grafi – visibili allo spettatore perché proiettati sui quattro pannelli - occupa una parte della scena che non sarà battuta da nessun altro personaggio, proprio perché rappresenta una zona astratta, quella della meditazione, oltre all’unico spazio in cui Karl si concede al pubblico interpellandolo direttamente e rendendolo partecipe di tutti suoi ragionamenti. Siete ancora convinti che arte e scienza non possano trovare un punto d’incontro? Se la matematica non è un’opinione, credo che questo spettacolo dimostri il contrario.



VOTO:

Davide: IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO 5 - I 7 PONTI 6

Valentina: IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO 6.5 - I 7 PONTI 6


MATEMATICA CON DELITTO

PACTA NEWS

Il Festino


IL FESTINO
con Gaetano Bruno
testo e regia Emma Dante


Dal 3 Febbraio - 15 Febbraio

TEATRO DELL'ARTE - CRT

Durata: 60'

“Paride sono io. Io e mio fratello siamo identici come due gocce d’acqua con l’unica differenza che io cammino e lui no. Io sono il corpo e mio fratello è la mente, io mangio e Iacopo si sazia, io dormo e mio fratello sogna…Quanti scherzi abbiamo fatto e tutti ci cascavano: ci scambiavamo i nomi e nessuno poteva distinguerci, tranne la mamma che puniva solo me. Ogni volta che io mi sedevo sulla sedia a rotelle di mio fratello per fare uno scherzetto, la mamma mi chiudeva al buio nello sgabuzzino. Te la posso dire una cosa? Ho passato la vita dentro lo sgabuzzino, in castigo, da solo. All’inizio avevo paura, mi mancava l’aria e le scope mi guardavano storto!Poi col tempo ci ho fatto amicizia: gli ho dato dei nomi e ho cominciato a parlarci. Te la posso dire una cosa? Loro mi rispondevano. Sapessi quante cose ci siamo detti! Mio padre mi sfotteva, diceva che io ero tutto aggrippato ‘ntesta e mio fratello nelle gambe.Io gli volevo bene a mio fratello e ho passato la vita a cercare di convincerlo ad alzarsi. Tutto ho messo in equilibrio per dimostrarglielo: gli stuzzicadenti, le posate, l’ombrello di papà, lo scopettino del cesso, i nostri spazzolini da denti e infine le scope, tutto tranne lui che era il più facile, che tutti i cristiani stanno in piedi, ma lui mi ha fatto penare! Per lui sono diventato un ricercatore di baricentri”.Oggi, Paride compie trentanove anni e dietro la porta non c’è più nessuno. Persa è la chiave e nello spazio ristretto dentro il quale vive, si allarga ogni giorno la sua libertà. Con un senso di felice evasione, Paride s’inverte col suo doppio, ci gioca, lo sfotte e non capisce più se dei due è l’altro o se stesso. Dentro lo sgabuzzino scarta il regalo del suo compleanno, ricevuto dal padre: otto scope e una lettera di auguri. Lo stanzino si affolla:Guendalina, Giangaspare, Vincenzo, Antonella, Carola e Sammy sono invitati al festino dei due gemelli.Iacopo balla con le scope il cha cha cha mentre Paride gli sussurra all’orecchio la formuletta magica: “thalita kuum, thalita kuum”...Le scope rimangono dritte, in equilibrio.


VOTO: Davide 7,5 - Valentina 7,5


EMMA DANTE

TEATRO DELL'ARTE - CRT